Viaggio al fondo del letto

Viaggio al fondo del letto

Cronaca di un viaggio narrato dalla Parker blu.
E’ una celata paura che viaggia, paura di allontanarsi da casa. E’ il 25 Ottobre non spaventarti calma è solo la data del mio testamento, io penna blu lascio la mia sensata lucidità di cronista alla commessa del bar dell’autostrada per raccontare in modo eccentrico come ho viaggiato con paura Firmato Parker Blu. Alla penna, Non te ne fa nulla se nel proseguimento del racconto io prendo il sopravvento ? è solo perché preferisco essere io a narrare la mia vita con paura. La Honda rossa scese in strada, un barrito alle spalle ho una montagna alle spalle accelero, non ci sono moto in questa selva di Tir, il camionista fa paura, accelero accelero le luci dei fari sono sopra, si stringe il collo sento male nel basso ventre, fortuna che goccia dopo goccia la vescica ormai satura mi sveglia accendo la piccola pila sono le 3.30 benedetta vescica. Non finirà così ho preso un impegno voglio conoscere un chiunque uomo pericoloso, pericolosissimo da raggiungere.

Domani partirò
Sono sotto un lenzuolo sotto una coperta sotto una termocoperta sotto un piumone poi accendo la stufetta elettrica poi il termosifone il tormento sempre più caldo non si smuove, passai una notte a sudare mi tolsi il pigiama canottiera e mutande nudo sudavo eppure il desiderio di partire non si scuciva dovevo andare e avevo paura. Avevo ancora la tosse della vicina influenza come posso partire forse sono ancora ammalato. Al mattino presi un farmaco che ruppe l’equilibrio tra tosse e paura. Andai in chiesa, pregai con i tarli dei banchi, brava gente di chiesa volevo un viaggio grasso impetuoso vigoroso capirono mi diedero il loro rosario bucherellato mi spostavo da un confessionale all’altro, in sacrestia trovai un prete, la sua curiosità era infinita non avevo nulla con me, neppure peccati. Sono già a Milano in Croazia in Montenegro la moto è snella leggera un tocco sull’avviamento e un gradevole rumore mi fa piacere mentre mi riaccompagna a casa.

I pensieri intrecciati si sono uniti in sogni silenziosi …
“ osservateli” Pensieri silenziosi si permettono di osservare il sogno rosso, si permettono di osservare il sogno blu, si permettono di osservare il sogno giallo, sono i colori del pigiama. Vorrei cestinarli troppo intrecciati, chiuderli in uno scrigno. Sono stanco qs scrigno pesa troppo, le palpebre si chiudono su occhi marroni carichi di stanchezza insopportabile, butto le calze rancide nella lavatrice il pigiama carico di colori, il cellulare manda un messaggio, hai solo poco credito, limitata possibilità di portare i pensieri intrecciati a spasso, apro il bauletto e li libero. Sono stanco ho sonno troppo, meno stanco. I pensieri liberi sono in Mesopotamia. Che sia caduto in un buon sonno ? Domani parto.

Non potevo accarezzare le curve come volevo, un tragico presentimento mi diceva di non esagerare, che mi sarei svegliato “acido salicilico amoxicillina paracetamolo mercurocromo” tutti ammortizzatori a cui facevo riferimento in caso di caduta o malattia, tentativi se necessari di aggiungere giorni alla vita e non emozioni. La Parker blu si rifiuta vorrebbe ribaltare il concetto, in fondo sono uscito da una grande avventura, ho fermato il cuore in gola mentre cercava di andarsene. Ho abusato della magia del momento, mi simulo ammalato per natura e concetto, sono malato di paura, mi giro nel letto, mi piace l’idea di correre con la motocicletta il quaderno la blu pane salame vino nello zaino verso i boschi della Mesopotamia, ma ho ancora la tosse. Domani comunque partirò sicuramente

La cervella dubitava di tutto, primo di essere cervella, cioè massa morbida leggermente saporita che si usa per pensare che si usa mangiare nel fritto misto alla piemontese forse l’unico modo che ha di riscattarsi (non me ne abbia a male il vitello piemontese per il paragone ). La mia cervella mentre dubita di se dice … tu di me non sai nulla, Cosa vuoi dire, Non saprai mai se sono una buona cervella, Ho altro da pensare e sai che sicuramente verrò a sapere, lasciamo stare sei sicura di venire con me in Medio Oriente? ma lasciamo perdere, è gennaio o febbraio è maggio o giugno, voglio una poesia, Non c’è poesia con nubi sopra nubi che si strizzano su in cielo, Vedo un inizio di poesia che la cervella poveretta cerca di costruire sulle nubi, Effettivamente piove su sai che è tardi che alla sera ti viene la melanconia, Ho l’aria umida che mi entra nei polmoni esce con la tosse , madre vergine morirò di una banale polmonite in Mesopotamia , La cervella ora è certa di vivere in un uomo scervellato. Domani partiremo.

Finalmente la Honda rossa è fuori dal letto. Il viaggio è iniziato. Come immaginavo “ terribile “ . Autostrada tangenziale statale strada bianca prato foresta, conduco l’onda rossa fuori dalla foresta dipinta con betulle castagni abeti che si sono presi cura di spostarsi ql tanto per farmi passare, è il primo bosco che incontro, devo andare verso sud con l’onda nel deserto. Il deserto è al fondo del quadro, una corsa verso un errore di pittura, è un errore del pittore l’immagine finita sulla parete della mia mente, non c’è traccia di panico il pittore ha dimenticato la paura. Come posso tornare indietro se il quadro mi porta avanti , per errore, senza paura.

L’Honda rossa aveva superato facilmente colline praterie foreste, finalmente bombe a dx e a manca il cuore corsaro veloce a 116 battiti fibrilla sulle bombe a dx a manca, salto a dx e a manca in alto e in basso rischio di raggiungere Maometto, saltando il personaggio che cercavo, lasciando giù gambe scarpe occhiali braccia guanti tutto di me un po’ in frantumi. Il viaggio finalmente dava segni confortanti, la luce gialla all’orizzonte si attenuava accesi i fanali della moto per rispondere in modo adeguato al buio del deserto; ho il telepass nel cervello non c’era nulla che mi potesse fermare, quando fui assalito da un timore, l’uomo che stavo cercando ci sarà ancora. Mi fermai il caffè senza zucchero mi dava solo bocca amara, mi ero fermato per scrivere, con l’amaro in bocca il foglio del quaderno sul viso ripetevo qui non c’è nulla di bello.

E’ giorno presto .ino virgola .virgola .esclamativo . interrogativo 2: accompagnatemi, ho la testa fuori se cerco conforto in voi. Il viso della virgola si rabbuiò così gli altri puntini due volte mi dissero stai tranquillo, hai una armata di frasi, brevi aggressive rozze ruvide ermetiche è una nuova scrittura mai praticata con macchie di poesia, tutte da noi regolate, ti porteremo dall’uomo che cerchi. Ripetevo qui non c’è nulla di bello devo mettere tutto quello che ho sul treno, la moto, la nuova scrittura mai praticata macchiata di poesia , virgole e puntini, il vagone è sovra affollato di incubi, ogni tanto una gallina cade fuori. Un vagone con finestre senza vetri! Si risposi incurante al pensiero che mi ruzzolava in testa, mi crebbe una grande famiglia di pensieri non affabili che il vecchio treno faceva fatica a contenere.

Voglio scendere dissi al macchinista.
Per favore la strada verso la frontiera. Prenda il centro e lo porti alle estremità e le estremità al centro, stupito x la rigida geometrica risposta, ebbi stima per il macchinista, avevo scritto in arabo le mie idee politiche e gliele offrii. Ahh si si … entriamo nella frontiera è buio, luce gialla come tuorlo uovo nella piccola casa di frontiera piena di giallo tuorlo uovo, la finestra lascia uscire giallo tuorlo uovo. Ho provato un momento di assenza nel vederla mi piace, si è bruciato il buio che avevo, la pelle si sfogliava dal freddo c’era molto freddo attorno, la sfogliata di pelle incipriava il viso, il casco teneva la testa un po’ tiepida giacca pantaloni invernali stivali si impegnavano pure loro a trattenere il poco calore, ma le vene portavano un sangue sempre più freddo. Volevo entrare con un certo fascino, vennero loro fuori poi dentro poi fuori, montai la tenda e feci passare la marmitta dentro lasci il motore acceso per un po’, mi addormentai nel tepore.

Al mattino l’indice della mano dx era anchilosato, volevo chiedere alla guardia la strada da seguire non parlavamo chiaramente la stessa lingua volevo indicare di qua di la ma l’indice rattrappito dal freddo si era chiuso nel palmo della mano e così le altre dita, in somma alzai la mano come un pugno che ricevetti dal militare, ma sei scemo dissi con l’occhio gonfio, cosa ti frulla in quella cervella deboluccia, ancora un calcio, non mi piace dire dove venne lanciato, ma mi lancio oltre il confine, un po’ per la paura un po’ perché si era fatto più caldo l’indice si aprì indicandomi un fosso dove lavarmi. Spari di dissociazione della mente mi ricordarono di essere stato partorito in un fosso. Vivo ma non ancora partorito mi riposavo sotto una quercia quando mia madre che lavava i panni cominciò a urlare, le acque si mescolarono, se lo ricorda ancor oggi la salamandra, la portarono subito nel piccolo ricovero del paese, l’ostetrica mi prese la testa con il forcipe, venni fuori più lungo del dovuto, lo strappo fu così forte che la levatrice scivolò cadendo mi lanciò in duplice salto fuori dalla finestra, entrai subito in contatto con la paura e lasciai il coraggio in quella piccola cameretta.

Sono in Mesopotamia.
Vestito per benino da motociclista sembro un legionario romano, casco rosso giacca rossa para schiena nero, sulla sella bisaccia con calze e mutande sacco a pelo tenda mono locale. Prima di entrare nella tenda per la notte mi metto sull’attenti, mi saluto. Al legionario “ i miei migliori auguri “ Al legionario “ tutto il bene che si impone “ Al legionario “ ricorda l’orrore che puoi generare “ Al legionario qui …….. “ qui è già più difficile “ si erano infatti inseriti uomini del deserto, qui mettiti ……. subito in tenda ! , “ partenza all’alba “ Qui aggiungi un gruppo di uomini ha vegliato in attesa che uscissi. Non avevo ancor bene smaltito la melatonina con valeriana, mi sentivo pertanto libero bersaglio dei loro sguardi, non mi mossi per tutto il giorno, è ora di cena dissero, ho già cenato gentili signori resto in cabina letto mono, tornai immobile tutta la notte x paura di loro e il tempo non passeggia se stai fermo mi convinsi che pertanto la notte doveva ancora iniziare.

Il miliziano mi tirò fuori alle sette del mattino.
L’ho preso messo nel cortile alle sette mattina, Chi hai preso ? Chi sei ? Mi scusi Sig qs sono domande banali, Tu non vuoi domande, vuoi farne ? Mi venne vicino con un sorriso leggero, Dategli da fumare, sei cristiano, sei ateo, sei politico, sei comunista, sei democratico, Come te, Come te, Come te, Come te,Come te. Qs notte scrivi il tuo pensiero e poi eventualmente sarai squartato, Se parli così non conosci la sofferenza e avresti pietà x me, Scrivi! Non sapevo scrivere su ordine mai stato capace, neppure x il giornalino del paese, alle mie viscere ci tenevo in modo particolare, loro tremavano alla grande ed allora state tranquille dicevo troverò ql cosa da dire, mi fluttuerà il coraggio e dalla memoria prenderò una buona risposta, in qs modo cercavo di tranquillizzare quegli stupidi organi interni che si spogliavano di tutto sporcando mutande e pantaloni. Sa che sono Cristiano, sa che i cristiani sono atei, cosa vorrà? il mio pensiero politico !

Urlai mi ricordo mi ricordo, c’è qui chi sa tradurre chi è in stato di grazia x scrivere quello che mi ricordo! Fissato nel cervello detterò il camembert nello sviluppo della società. Traduci … Il Dizionario del Goloso è stato posato sulla cassa del camembert, il formaggio ha creato un bel guaio nella cantina della taverna, parole e virgole odorano il camembert. La parola prelibato pensa già di mettersi a fianco di camembert, non parliamo di squisito il suo dito è già dentro. Chiaro che il Dizionario non può sopportare un simile subbuglio, inoltre le parole sono inaffidabili tra loro. Il libro propone pertanto alle virgole di verificare lo stato di conservazione del formaggio che secondo alcune parole vedi puzza dice che puzza. Le virgole, apprezzate dal vocabolario, affermano di essere frammenti buoni di inchiostro, giudici severi tra le parole.

Giunge la parola presidente si appropria del programma di gestione del formaggio. E’ subbuglio tra le virgole, Cosa volete ? Vogliamo un programma di gestione diretta del formaggio. Cosa volete dire ? Vogliamo entrare dentro di te x ridurre l’arroganza così P, R , E, S , I , D, E , N, T, E Signora virgola è un utopia. L’utopia è mia di me “ , “ è un sogno che fa fatica lo so, non è solo utopia porterà anarchia. Questo è un altro sogno che fa fatica.

Tremenda ql notte. Fu una goduria di dura dettatura non ci fu spazio x l’ozio, controllato ad ogni minimo sbadiglio, ma proprio ci voleva una notte così, ql tempo al tempo dalle ore 2,30 alle 3,45 una sconfinata goduria mi entrò dentro ero sempre più vicino al mio cristo e x un buon fine appunto, il traduttore pensava che tutto fosse finalizzato a salvarmi, ma non era questo il fine sapevo che la mia anarchia ql pulita ql libera quella del Cristo avrebbe fatto breccia nel mio sequestratore e fu che il viaggio si riprese.

Mi feci portare con l’elicottero sulle montagne ai confini di nazioni sempre in guerra per scendere poi con gli sci fino ai primi guerriglieri. Non avevo mai visto tante armi. Vieni con me mi disse un pastore latte tenda tappeto ero ospite, al mattino su un camion tra guerriglieri viaggio tutto il giorno, ormai notte in un villaggio mi offrirono la prigione un po’ ruvida invero. Al mattino il primo interrogatorio, le prime sigarette spente sulle braccia, ma in fondo la giornata deve passare, forse quelle di prima erano migliori ? i primi denti strappati, niente di nuovo solo presentato in modo diverso, e solo x sapere xk ero lì, dico semplicemente che volevo conoscerli, tacevo la verità, non avrebbero capito un viaggio pensato per accompagnare paura cose da ricchi, mi legarono ad un albero, un giorno qualunque già vissuto da tanti personaggi prima, propongono un po’ di piombo nelle cervella, appoggiato all’albero passo una notte silenziosa con un cielo senza inquinamento. Al mattino subito un dito nel culo uno in bocca uno nelle orecchie uno nel naso vorrebbero vedere nel cranio ma si fermano ne ero certo, non trovarono nulla.

Mi lasciarono libero di proseguire . Trovai un villaggio mi venne incontro un insegnante, ecco l’uomo che vuole essere donna, Allibito ! , ormai tutti i miei desideri sono obsoleti, forse questo è rimasto. Ero incuriosito dalle sue mogli, le osservavo dal casco, comunque nella miriade di desideri non avevo mai preso in idea di diventare donna forse è il momento, l’onda rossa si è mossa, mi ero permesso una delle tanti cose che scrivo x poi pentirmene.

Ha qualcosa di esagerato qs strada non ci voglio proprio entrare troppi turbanti sparsi su tutto il percorso, l’asfalto sembra buono, non essendo un grande viaggiatore sono già confuso e poi cammelli asini biciclette camion taxi, posso essere confuso ma in qs strada tosta anche l’Honda rossa è merce di mercato dieci asini offrono, dieci cammelli dopo il primo diniego, se non so cosa è Kabul qs è Kabul, sono in una piana di mercato, non ho alcuna possibilità di capire. Benzinaia mi scusi qs è il mercato, No! Lo so che è un mercato, Sono 2€, Grazie x la benzina, Mi scusi ho messo gasolio, mi scusi, metta la moto con le ruote all’insù tolga il tappo, Io ? , Lei è fortunato il mercato è in piano e la moto non scivolerà è ben stabile il piano, Non è normale no lei non è normale, mi torni i miei 2€ . Signora benzinaia le do pistilli stami ovuli petali di un bellissimo fiore è x lei sig benzinaia se c’è troppa gasolio lo tolga lei, Grazie riprenda i pistilli stami ovuli e petali, Grazie corretta e gentile quando tornerò mi fermerò qui.

Fra poco sarà notte sarà freddo sarà nebbia si troverà fra un giorno e l’altro senza una cena senza un letto con il cellulare scarico e a casa ? Sta pensando a casa. A casa tutti bene con cavolo e milanese impanata due volte sulla tavola e toma, Risponda al cellulare, E’ Francesca, La mamma ha dolore dolore dolore , ma vieni subito, ha fatto già il Toradol vieni , Ma come posso…..come posso, A vedere come sta … come sta soffrendo, Va bene quando torno dalla Mesopotamia passo a vederla ma ora chiama la guardia medica. Per un attimo mi ero sentito a casa, telefonatemi tutti, vi manca la medicina telefonate, vi siete dimenticate della mutua telefonate, appena a casa sarò da voi.

Interno 3 bis cioè la terza porta della terza casa del villaggio che porta su un ampio cortile quasi quasi divorzio dalla Honda rossa e vengo ad abitare qui in un classico cortile Afgano mi infilo nella stalla sotto le pecore a succhiare la polvere, il latte non c’è più nelle pecore asciutte c’è solo latte in polvere caduto dagli aerei Nato io qui non ho mai vissuto, ma mi piacerebbe, il cortile secco l’erba secca i cani secchi il cielo secco, pecore tappeti, ma devo andare su una strada da buca in buca, una ha dato un botto incredibile e accascia l’onda rossa, ci monto sopra la tenda la copro con il tappeto riempio la stanza di lana è un bel nido caldo, miliardi di animaletti accompagnano l’onda nera della notte.

Rescusattabile recattabile rescattabile lei è italiano? Riscattabile vorrà dire, Certo … è riscattabile, così si rivolse l’afgano che era stato in Italia, prima di procedere al sequestro, mi scusi Sir scenda dalla sua Honda rossa, si tolga le scarpe la cravatta, Non ho cravatta, Scusi Sir il casco, vedo che lei è vecchio, Mi chiami Baronetto, Mi scusi Baronetto si tolga pantaloni camicia e cammini davanti a me, Lei l’ho vista a Roma lavorare in una galleria di arte moderna in una stanza come maggiordomo, non avrebbe dovuto, Cosa vuol dire, Mi ha messo a camminare avanti sono già in un mondo futuro posso stare qui e oltre, lei non sa ma mi sta servendo il futuro, Quale, di chi ? Mi stia dietro non è il suo momento, mi ridia l’Honda rossa. Friggevano nell’attesa del mio arrivo i suoi miliziani, il maggiordomo aveva avvertito, tutti attendevano l’onda rossa. Erano informati che vivevo con parole sconosciute di non provare neppure ad ascoltarmi, ma di seguire le pause, aggiunse per scherno è un frate cristiano nudo. Chiuso nella tenda urlai vi rendete conto che mi terrorizzate ! A terra senza gemere senza brividin giuù,

Fu brivido senza confini non lasciatemi nel dolore rosso del mio Dio, Sigma più sigma meno ci hai convinto, rivestiti sei nostro ospite per la notte, Dove !!? è vero fa freddo qui, domani mi lamenterò con il maggiordomo

P S Provo sempre un sottile disagio nel proporre, ma valutata la mia buona fede suggerisco, questa sera quando vi coricate immaginate una pinacoteca con quadri di parole sulle pareti che illustrano un viaggio su un onda rossa che fluttua tra Europa e Medio Oriente . E’stato questo l’obiettivo pagine come quadri. Ogni quadro ha avuto l’aiuto del Ceich rosso del pane del salame e del bosco.

Al mattino il maggiordomo mi accompagnò dal suo Re. Ho avuto una vita di dubbi mi confessò, una volta all’anno mi metto nell’acqua bollente ad attendere il giudizio di Dio, parrebbe anche un po’ eccessivo, comunque sono contento che la mia anima si sublimi ogni anno verso il cielo disse. Ho avuto una vita di Rebus mi sono messo in viaggio per dare coraggio a paura, parrebbe anche un po’ eccessivo comunque sono contento di essere qui. Si mise a ridere sulle mie lacrime.

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