Un amore confuso con Dio

Un amore confuso con Dio

La musica è rinchiusa è incantata nella cuccia, la canzone è di difficile canto per una piccola pulce, che è più carino chiamare pulcino di pulce caduta dal pelo di quel grassottello cane. Pulcino di pulce invita la canzone ad uscire. Nulla … allora, Cara musica , maestra musica come le va la storia con il notaio, la sposerà ? E’ come lei quel notaio non vuole uscire ? Uscirò, e il mio sogno focoso come un braciere di emorroidi, incollo al muro. Il cane grassottello non approva, sale sul balcone e gli piscia sopra come farebbe un padrone. Pulcecino invita ancora il sogno e la musica ad uscire, il cane si gratta senza disturbare la piccola pulce. Il notaio aspetta la musica che lo accarezzi, ma non la sposa. Una proposta cara maestra, prenda la mano del notaio. Non ne vuole sapere! ? Al bosco pare di sentire il notaio e lei, il vostro passo non confonde. Sono passi di transumanza di amore. Inciampano in una targa segnalazione, di legno bruciato dal sole e gelo o è un Dio solitario ? Il notaio e la musica assordante nel cavo uditivo di vecchio sordo ha turbamento da questo camminare, senza farsi sentire nella transumanza della paura mano nella mano cerca il ritorno nella cuccia con il cane grassottello ai suoi piedi. E’ festa per il ritorno, si sente meglio il notaio, invita diavolo custode con bottiglia di barbera e anche aspirina. Aspirina ? Folletto diabolico non vuole aspirina guarirà lui il notaio, la barbera frigge, ha sempre cercato di dire nulla e se lo dice confonde. In un giorno felice vive due giorni la musica, canta un canto che dice “ Oggi è Domenica come potrebbe essere Sabato o forse è proprio Domenica e Sabato attorcigliati, stanno bene nello stesso giorno, stringo questo giorno doppio nel cuore ma subito fa tanto male, e lo lascio cadere “ Pulcecino non ricordarmi questo amore, dopo infinite delusioni. Chi parla ? La musica o il notaio ! ? Sono io , Chi c’è con noi ? Sono il poeta. Qui un poeta !!?? Cosa ti manca poeta ? Mi manca il sorriso. Questo foglio bizzarro, con scrittura bizzarra non mi fa ridere. Il folletto diabolico dice che mi porterà in tribunale colpevole di non sorridere, in un castello di riso da lui donato. Scotto insipido bagnato dalla barbera lo mangio subito, a stomaco vuoto ho preso l’ aspirina, fuori tempo. Siete voi venuti, musica e notaio, a trovarmi dopo il pasto, il meglio è stato già dato, in un tempo fuori tempo, cosa volete ? Riportare un po’ di ordine in un amore inciampato su un Dio solitario.

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