Sullo scivolo della morte

Sullo scivolo della morte

Dottore alzi il braccio quello destro, bene poi quello sinistro …
Mia cara ho fatto di tutto ed eccomi qui.
Cosa hai fatto?
E’ il tempo implacabile che ha fatto.
Ed eccomi qui.
Non capisco?
Sono qui aspettare ad un sonno incastonato da una miriade di sogni,
ad iniziare un dormire come alcuni miei amici hanno già fatto.
Cosa dici non capisco a quali amici ti riferisci? amici tuoi?
Sì … ne sono certo … atterrito ora invidioso.
Cara amica mi capisci? No certo che non capisco. E’ la tua testa oggi che non va !
Il dottore in Scienze Motorie ti dà un ordine e tu subito pronta, ma capisci
veramente?
Certo che capisco, vecchia ma non scema !
Diavolo che viaggio! che compagna tosta!
Allora è mai è mai l’ultima melanconica strada, questa strada ?
Cara amica ti voglio raccontare….
Ho necessità profonda di aprirmi ….. sovente sovente la mia mente, posso parlare
della mia mente?

Non mi piace la parola mente, mettiamo sul foglio … …
uno spazio vuoto, ogni volta che trovate uno spazio vuoto … ( così ) …
vuol dire mente o meglio qlcosa di più tipo
11111 88888 00000 , più semplicemente 11008811 ecco questa è
la mente come la voglio io, mente demente geriatrica numerata.
Cara amica che mi sei qui vicino, che alzi il braccio destro a comando,
ebbene questa 11008811 vola per te.
Vuoi ti chiedo … vuoi ….
Poveretta la sua 11008811 è come un grillo che si è fermato per poi volare, ma non
nel nostro mondo, volerà chissà dove, dove anche se confusa sarà capita.
Ti capirò io mia cara!
E’ lui demente non sono io la grilla dei suoi numeri!
Dottore….. si è assopito? bisogna … deve andare alle parallele.
Non l’ho mai fatto!
Ho amato le creste delle montagne, mi sono ruzzolato sulla neve,
sono stato ospite dei boschi, ne ho ascoltato il fruscio, ho camminato su prati
di mirtilli e fragole, sono caduto sui ricci di castagne, ho mangiato tra raggi di sole
che si facevano strada tra le foglie, ma le parallele no!

Mi haiuti , è venuto un “ h “ spontaneo desiderio di haiti o aiuto? fuggo da qui.
La vecchiaia?
Troppo complicata la nostra macchina umana qualche cosa sempre salterà.
A me hanno parlato della …… ……. ( quella dei numeri confusi )
Sarà !!!
Caro dottore in Scienze Motorie alzo tutto quello che desidera, ma maledetti tutti i
giorni che mi sono svegliato qui.
Cara amica basta !
Io troppo rapidamente invecchiato, tu più o meno così, come me, risentiamoci.
Mi piace poter dire risentiamoci,
questa sera, risentiamoci, oppure risentiamo il nostro passato
quel dire insieme, risentiamo insieme il nostro passato,,, mi piace.
Al momento ho una strana sensazione, non è paura, è oltre la ….. …..
è momento di aspettare, ci rivedremo in palestra.
Qui c’è la mettono tutta.
E’ tutta una gara per farmi vivere di più, piace l’idea di farmi afflosciare insecchire
ammuffire appassire lentamente, ero un bel cavolo verde duro tosto arrogante
circondato da foglie rigogliose, amiche che mi riparavano dal freddo, dalla pioggia,

ora sono ospite di una decorosa casa azzurra, non devo pensare a nulla, ho qualche
pecca, saltuariamente sporco più pannoloni del dovuto, altre volte li conservo puliti
per tutta la notte, al momento ho l’impressione di esserci finito bene dentro a questo
gioco alla conservazione, a causa di una stupida scatoletta chiamata pace maker
che fa battere un cuore che non ne voleva più sapere.
Avevo dubitato, del cuore, che prima o poi mi lasciasse, qualche segno l’aveva anche
dato, ma la parola era calmati, non ti crucciare vai avanti.
Avevo dubitato che prima o poi mi lasciasse anche la …… ……. ma
imperterrito le dicevo anche a singhiozzo vai avanti.
Ricordo anche che gareggiavo contro 11008811 che voleva mettere ordine dove io
facevo 11880011, la confondevo nel momento che pensava di essersi impossessata
di me, se poi riuscivo a farne 88001111 avevo raggiunto il massimo del mio scopo.
Potevo finalmente sedermi a un tavolo con tovaglia a quadretti rossi e bianchi,
bottiglia di barbera e un piatto di cavoli rape salciccia, sinfonia sublime;
poi uscivo nello stretto vicolo con muri di pietra, coperto da un pesante mantello
correvo nella nebbia sulla faccia una maschera con grossi baffi.

I baffi, ecco questi non li ho mai avuti, meglio, qui le donne sanno fare la barba,
pulire il sedere, cambiare i pannoloni, ma i baffi non li sanno fare.
E ora… ! ! ? ? ? ? ? Papà papà …. Qualcuno mi chiama
Sei tu…..? quanto sei stata nella mia …. .…
incredibile, prendiamo tempo, ……. ci vuole attenzione spiego tutto
anzitutto spiego, spiegarmi è difficile uso i numeri
99999 lei che mi chiama è , come aveste già capito ,
lei è 99999.
Sei … sei stata una mia paziente con 11008811 saltellante danzante intorno
alla mia 11008811 , ti dissi sei rimasta bambina la mia bambina e da quel
momento mi chiamasti papà .
I nostri 018 018 si abbracciarono 99 anziana 99 ospite RAS , io medico semi
vecchio.
Sento che questa notte la passeremo insieme.
Papà posso entrare , Questa era la tua stanza certo, quanto mi preoccupavi quando
per giorni piangevi capricciosa, non mangiavi, minacciavo ti mando in ospedale, poi
come di incanto tutto tornava normale, sentivo la tua voce appena entrato nel
corridoio stridula roca dal fumo gridare papà, poi la mente bacata di qualcuno ti
portò via…

Non ho avuto la forza….di fermarli, ed ora avverto la tua presenza, sei veramente
qui sono ?
Conduci tu questa orchestra di ricordi in camera ! ?
Sono melanconie gioie carezze, è una vita che si ritrova, fermata
da . , ; ! ? spezzata, che si ritrova cerca di unirsi, darsi un significato
fare dei . , ; ! ? un sacchetto per la spazzatura.
…………… nella camera si sente un tonfo, dopo pausa regolare un altro,
è il tuo cuore dottore, sereno con i ricordi che ti accompagnano all’alba.
E’ mattino solo come un tarlo entro nel giorno, mi hanno fatto intendere
che serpeggio non poco nel dolce sapore dei ricordi,
eppure mi sento bene, ho forza, appetito, che sia sempre la … … ? buona oggi !
Cerco la mia amica di palestra, eccola, deve ascoltarmi, è un po’oltre, mi capirà
meglio, i suoi tabù sono caduti, dice di avere una gran …… …… sarà!
Vedi questo racconto, l’ho scritto io anni fa, solo parole che giocano, grappoli di
intuizioni di una fantasia capricciosa sovente nascosta, io come un ebete sempre ad
aspettarla con la penna paralizzata, maleducata urlavo.
Sì perché non puoi che essere maleducata se mi snobbi.

Mi aspettavo molto da lei, sempre tornava, mi accompagnava al letto dei malati,
ballava con la mia testa, teneva concerti con i pazienti che non capivano, la
rimproveravo.
E lei se ne andava, poi ricompariva e raccontava cose come queste ….
Ho mangiato su un tavolo in compagnia di foglie secche
poi ho corso tra fiori in fuoco,
la rugiada del mattino già bruciata non dissetava la mia curiosità.
Ho sentito avanzare una armata senza paura,
ho subito pensato a te dottore, che mi facevi prigioniera.
Era invece un corteo di nuvole che portavano freddo e tormenta,
il pane e il vino dal tavolo fu subito spazzato via.
Ho aperto la mia tenda, mi sono riparata, ho creato un po’
di tepore poi mi sono dimenticata di te,
,fino a quando durante la notte
le foglie secche si sono svegliate mi hanno impaurito.
Una su l’altra sono entrate nella tenda, in danza eccitata
mi hanno di nuovo acceso solo così ho potuto tornare.
Ti chiamavo.

Così come nulla fosse stato raccontava mentre tornava da me, ed io ebete la
perdonavo sempre.
Quando la tua …… …… sarà meglio leggerò il tuo racconto,
Ma basta con me! Hai una …… …… disordinata,
Cosa dici! qui la giornata è guidata dall’ordine, tutti qui intorno sono ordinati,
il ragioniere è un Nobel dell’ordine, i Nas controllano il Nobel dell’ordine
e a catena tutti si controllano.
Ora penso che se…se queste pagine vengono lette dicono che non hanno senso,
ma io me vecchio me ne infischio.
Mia cara amica ti regalo il più bel racconto disordinato che puoi trovare.

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