Musica focosa come un bracere di emorroidi

Musica focosa come un bracere di emorroidi

La musica è rinchiusa incantata nella cuccia, la canzone appena aperta è
difficile da fischiettare per la piccola pulce,
“che è più carino chiamare pulcino di pulce”,
caduta dal pelo di ql cane grassottello sul tappeto di lana.
Pulcecino invita la musica rintanata nella cuccia ad uscire insieme.
Nulla…. allora pensò
mettiamola sul discorsivo…. maestra musica come le va il sentimento ?
e …
il notaio la sposerà ?
è come lei ql notaio? non vuole uscire ?
Uscirò con il mio sogno che incollo al muro.
Ho scritto vendo musica … focosa come un braciere di emorroidi.
Il cane grassottello non approva. Vuole cancellare il sogno affisso,
sale sul balcone e fa la pipì sopra come può fare solo un padrone.
Pulcecino lascia la cuccia il sogno e musica esce
con il cane grassottello che lo gratta senza piacere,
il notaio aspetta la musica che lo accarezzi, ma non lo sposa.
Mettiamoci una soluzione cara maestra musica ferma rintanata ancorata alla cuccia
lei esca incantata mano nella mano del notaio. Non ne vuole sapere ! ?

Al castagno del cortile pare di intravvedere notaio e lei musica con un passo che non
confonde.
I passi … sono del notaio e di lei musica ?
Si sentono ma non c’è nessuno, certamente sono passi. E’ una transumanza di passi
che non si fanno sentire e camminano senza farsi notare uno dopo l’altro.
Pulcecino esce geloso.

l notaio e la signora musica inciampano in una targa segnalazione rotonda
di legno bruciato dal sole e gelo
…..non è una targa rotonda di legno è un cavaliere con passo solitario….
è proprio così ? possibile..!
teneri uccellini volano tra le impronte dei ricci di castagna
o sono impronte del guerriero del bosco ?
è proprio così ? possibile…!
Il notaio e la signora musica hanno turbamento da qs camminare
sentono lontani squarci di temporale che aprono tronchi pluricentenari
in silenzio senza farsi notare senza farsi sentire nella transumanza della
paura mano nella mano cercano la cuccia del grassottello cane.
E’ festa per il ritorno.
Pulcecino ha invitato cinciallegra folletto pagliaccio barbera più aspirina.
Aspirina ?

Folletto è …..no dell’aspirina se ne fa un cavolo lui ama cinciallegra.
Pagliaccio se ne fotte di aspirina, è lui favoloso guaritore di tristi cose.
Barbera frigge leggera schiuma di vino, ha sempre cercato di dire niente
e se lo dice non farlo capire,

e canta …

La schiuma mi fugge in un attimo la prendo e subito mi cade come riccio di
castagna che male fa se lo stringi e la lasci subito in tutta la sua vitalità
libera di camminare nella cantina Cieck ….
A fianco di barbera, pronto a marciare con grande vitalità con in mano il riccio subito
lasciato cadere ripreso e scivolato su schiuma di barbera
che ha sempre cercato di dire niente e se lo diceva non farlo capire,
c’è pagliaccio il guaritore di tristi cose che dà aspirina al folletto invitato
alla festa e lacrima nel sogno di baciare cinciallegra
e ha male…
Pulcecino si può provare ad aiutare folletto, ma è solo una idea … con la barbera,
il vino ha un filo del piacere, ma poi svanisce,
dargliene di più ?
bahhh…..il meglio non c’è
qs è caos.

ti manca …. si… il sorriso.

Ancora tu pulcecino ?
Sei ancora tu vuoi che cavolo ?
Ma lascia perdere vuoi rendere paraplegico il mio amore dopo infinite illusioni ?
Anche il bosco in qs stagione è abbandonato dalle castagne dopo un abbondante
nevicata di ricci.
Una aspirina ?
Barbera ?….. bahhhh……………
Allucinato sono e chi…..chi c’è con me ? cosa manca ? A sì ! … il sorriso.
Costa molto un castello pazzo di risate ?
Il pagliaccio dice che mi consegnerà in tribunale colpevole di non ridere..
Ma sono tanto triste…
Tristi tutti… il pagliaccio ci consegna al giudice che abita in un castello di riso
scotto insipido con mendicanti pieni di aspirina a chiedere un bicchiere di barbera
in una stagione fuori tempo con castagne al posto della neve paraplegici nell’amore.
Sei tu ?
cavolo !!
qs è caos
il meglio è stato già dato… bahhh …

Ci sono sorrisi nel ridicolo castello di riso. Un sorriso calmo lento ozioso curioso
contento felice imbarazzato va oltre le mura, ma inceppa nella balbuzie è lì fermo
con il culo sulla panca, le piume di erba lì vicine offrono vocali consonanti unite
da note di jazz a correggere la parola stentata di qs sfigato sorriso ammalato,
già un ambulanza a sirene in concerto sta arrivando per portare via il sorriso curioso
febbricitante ozioso lento calmo,
continua la sirena a mandare panico,
il culo balbuziente non si schioda dalla panca, non vuole finire in ospedale,
ma solo mettere un po’ di ordine alla sua parola sorridere accarezzare un
dolce pensiero di fine autunno melanconico come ql melanconico autunno che chiude
una dolce estate inchiodata alla panca ancora calda del sorriso balbuziente.
All’interno del castello di riso, il pulcecino con graziosi sorrisi è salito sull’aria
per il picnic, un fanale ha acceso il mezzogiorno una campana lontana
conferma che qs momento non è un sogno, ma un tiepido pasto di un giorno fragile
rotto dal tuffo delle castagne.
Ma dove siete sorrisi pulcini di sorrisi ?
Già pronti !!!

sulle ali dell’Honda, ma dove volete che vi porti ?? a si sulla betulla davanti alla
cappella dove tempo fa ho conosciuto un tarlo che era stato confuso con Dio solo
perché era entrato in chiesa, portato sulla fronte di un cane, con l’arroganza di
un vescovo, poi si fermò nel morbido legno del crocefisso a contemplare la chiesa
e offrire una sedia a tutti.
I sorrisi pulcini di sorrisi osservano la chiesetta il crocefisso con i buchi del tarlo le
castagne sul sagrato e il garbato sorriso di mezzogiorno che non si è più mosso.

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