Gesù Giuseppe Maria ridatemi la più bella mia poesia

Gesù Giuseppe Maria ridatemi la più bella mia poesia

Gesù Giuseppe Maria
ridatemi la più bella mia poesia
Ve lo avevo accennato Gesù Giuseppe Maria rivoglio giù la più mia bella poesia che ci sia giù, ve lo avevo accennato (che non avrei più partecipato) che non vi avrei più mandato le mie più belle poesie che ci siano, Gesù Giuseppe Maria mandate giù l’arcangelo Gabriele con la mia più bella poesia che ci sia. Gesù Giuseppe Maria vi supplico mandate giù l’arcangelo con la poesia che più folle ci sia, vi volete tenervela la più bella poesia che ci sia Amen! Non volete! Che sia! Mi prenderò le poesie deliranti dei surrealisti francesi, le porterò al caffè in piazza in chiesa in vacanza a letto a tavola nel bosco nella lotteria nello stadio nell’ufficio tutte a giocare con me, lette rilette bene o male, rifatte reinterpretate in un tempo che non so quanto lungo e solo per guarire il mio cervelluccio da zero assoluto, / stava cancellando tutto il maledetto è in preda al processo di coazione cancellare cancellare cancellare / Ve lo avevo accennato Gesù Giuseppe Maria, senza la più bella poesia sono straordinariamente sola. Camminando sul foglio ho incontrato Andrè Breton, si lamenta in “ Una casa poco solida “ il tetto non c’era ancora …ad arredare gli appartamenti …l’edificio è crollato …quand’è che potremo dare la chiave di questo mistero. Così infastidito mi rivolse la parola. Sporgi querela Andrè. No la poesia è nata senza tetto, no ! Tetto no ! No querela. Su carta da poesia hai seminato caos. Ho scritto l’edificio è crollato, non c’è altro da aggiungere, no tetto no querela. “ ? “ bihh bohh maah . Guarda … Una cascata di terriccio scroscia sopra il mio pensiero ricco di patate povero di letteratura di città, ad ogni azzardo di cammino scivolo nei buchi dell’ignoranza, ma è colpa della memoria deboluccia che scrive nel sogno risparmiandomi figuracce. Di che malattia soffrono i tuoi sogni?! Non so rispondere. Allora disse Andrè, scriverà a te una mia poesia desiderosa di giocare al surreale. Ve lo avevo accennato Gesù Giuseppe Maria inviate giù subito la mia più bella poesia che ci sia, ve lo avevo accennato che non vi avrei più mandato le più belle poesie che ci siano, pertanto Gesù Giuseppe Maria mandate l’arcangelo Gabriele con la mia più bella poesia che ci sia, Gesù Giuseppe Maria. // scusate sono la narratrice, una poesia è ritornata // Nella biblioteca sta cercando un libro di liriche da decenni chiuso, c’è l’originale della più bella poesia che ci sia. Le pagine sono incollate, con perizia le separa, le parole si sono mescolate in un misto di frasi difficili da interpretare, alcune sono oltre il principio del piacere sono morte, altre mi attendono con piacere. La più bella poesia che ci sia è angosciata. La più bella poesia che ci sia è ferma nel principio del piacere, non vuole andare al di la. Vuole giocare gareggiare con altre poesie. Non so come funziona una gara tra poesie, la farò seguire da un avvocato. Ho trovato due avvocati, vorranno giocare pure loro?! Hanno pure dei fans con striscioni di qs tipo L’avv Mirtillo lavora dalle 6 alle 21 non si ferma neppure a mangiare mirtilli. L’avv Strionzo ha sostituito il wc con il pannolone. Incredibili fans si osservano in cagnesco, prime sberle, poi scommettono, scommessa legale da un notaio. Sig notaio qs la nostra scommessa. Quale scommessa? E chi siete?! Siamo fans di avvocati. Mai sentito una cosa simile. I ns avv abitano nella stessa curva di piazza Matteo Pescatore, siamo ultrà di curva. Volete formalizzare la scommessa! Siete sicuri che sono avv intelligenti, o meglio furbi? Vi ho invitato Signori Avvocati per una gara, cosa difficile da immaginare ma possibile. Invero siamo già sempre in gara. Io sono l’avv Mirtillo seguo i capelli rossicci del Vescovo. Io avv Strionzo, io difendo la barba del monte di venere della Madonna. Notaio è una bestemmia, ci sono multe x le bestemmie, carabinieri. E’ scurrile. Per l’inferno! non basta l’inferno. Concordo. Ma va la ! non ho mai detto quello che capisci, le mie labbra dicevano “ barba di un monte “ è bella come Venere la Madonna. Ti do un calcio sui denti. “Incredibile la passione per il gioco “ Ho fatto un atto notarile che vi renderà indimenticabili, è un buon atto vi strabilierò in una sorpresa inimmaginabile. Ecco l’atto. Metto in campo “ Tutte le scolaresche insieme “ di Andrè Breton inizio a leggere le parti più significative // segnando la terra con il tallone / ha l’aspetto della rugiada / una sola vittoria dell’infanzia / nel corridoio di un treno / il cui nome va molto lontano di albero in albero / fra cento uccelli di neve dove è allora / me n’ dica il cuore / Vincerà la poesia che saprà scindersi / riunirsi. Ok well va bene, fuori qs assurdi fans, qs assurdi avvvv, ora io Daiaga arbitro qs farsa. Mendica il cuore il ricordo della casa poco solida / cento uccelli di neve hanno portato nel cortile tutte le scolaresche insieme è una vittoria della infanzia, le scolare dai vetri del treno bagnati di rugiada osservano lontani alberi che segnano la terra, oppure; segnando con il tallone la terra ha l’aspetto della rugiada è una vittoria delle scolaresche che osservano dal finestrino del treno cento uccelli di neve lontani tra albero e albero e allora me n’dica il cuore il ritorno a casa. Ok / sono io / Tutte le scolare messe insieme il personaggio di qs pagina. Nel treno godevo di elogiarmi malissimo, ai passeggeri non è sfuggito che poetavo per missione per trasportare tutte le scolare come mirtilli sulla luna. Ero esemplare ma non fu possibile andare avanti, anche xkè finii in carcere psichiatrico colpevole di essere irreale ( x non dire quello che mi fu detto) e non fu facile vivere chiusa in cella quando fuori 100 uccelli di neve erano sugli alberi, un arcobaleno entrava tra i blocchi di cemento. Il lavoro di poesia era duro con fatica riuscivo ad entrare nelle cervelle dei miei carcerieri e rispettare le rigide regole come quella di non saltare oltre il muro quando sapevo benissimo che era solo voler mio, trovavo sollievo parlando con le poesie che lì nascevano spontanee, ma dopo una settimana fuggii, come una regina percorsi corso Re Umberto corso Regina corso Duca di Genova. E’ stata una breve prigionia, ho imparato subito cattive azioni cattivi pensieri e me li tengo stretti dentro senza farli uscire o portare a compimento tanto mi piacciono. Signora poesia “ Tutte le scolare insieme “ posso abbreviare in TSI sono Paul Eluard, Su fai in fretta non mi piacciono le buone azioni i buoni pensieri, me li tengo senza sfogo o compimento tanto mi piacciono. “I tuoi capelli d’arance nel vuoto del mondo “ sono io Paul che ti parla “ dove con mani nude cerco ogni riflesso “ “ la forma del tuo cuore è disegnata nell’aria “ “ non sei stata mai con me “ “ ti ho visto arrivare “ “ di paroleil tempo, come l’amore “. Raramente ed infrequentemente mio Eluard ho visto arrivare le tue parole, le poche le ho raccolte nella memoria, ma non eri in me, con mani nude cercavo il tuo cuore disegnato nell’aria, lisciavo i tuoi capelli d’arancia avvicinandomi sempre più al nucleo della cretineria. Signore Parole, scompensate, morte nella poesia dolcificata con cappuccio di cioccolata a nascondere l’intimità di Eluard avete subito un attacco di eleganza ringraziate e lasciate a La forza di Aragon il coraggio di suicidarsi lanciandosi dal foglio carico di spirito, darsi fuoco arrivare a terra cenere. Forse con forza punto dopo punto esaminata la giornata non voleva affatto darsi fuoco La forza, infatti dice “ si può ben dire in questa bella sera luminosa che non abbiamo sprecato la nostra giornata “ . La tua idea di lanciarmi dal foglio bruciare nella caduta lasciare sul pavimento solo cenere e nessuna compassione, osservare le mie parole bruciare mi piace. / Cosa sta accadendo? Le poesie dei surrealisti di tutte le correnti giocano. Si lanciano verso me e io le rilancio modificate / Martedì 17 Novembre il notaio ha prenotato nel teatro “ Ribelli impazziti “ la poltrona n 116, ascolterai A. Artaud, P. Soupault, R. Desnos. Questi surrealisti sono ricchi di delirio, tu Daiaga hai l’incarico di aiutarli nel gioco; ecco stanno arrivando. Si parla di tutto qs sera, mi piace qs sera, finalmente qs sera è arrivata, ma è noia, sono caduta nel centro della noia. Esco in strada, entro nella cartoleria. Voglio un quaderno per scrivere a quattro mani con i tre di sopra, mi si gelano le virgole per un passo così rischioso. Sono Artaud finito in manicomio, sono Desnos morto in campo di concentramento, sono Soupault dei ribelli. La crosta terrestre riuscirà a sostenermi, gli oceani darmi da bere, il suo sangue in sistole darmi ispirazione, in diastole melanconia. Certo Daiaga mi dice Artaud “ Nel prolungamento infinito della marea udiremo sotto le alberature che si gonfiano le viole degli oceani “. In alta marea tutte le poesie sono l’Eroica in bassa i notturni, oggi è giorno No. Ho motivo di sorridere di te dolce narratrice “che hai negli occhi?” Ha motivo di sorridere il mio Io mentre il nero danza elettricamente, ti preparerò il certificato di felicità. Tutto si è mescolato nel Rag-time. Non posso guidare la matita verso la felicita si allaccia al dialogo Desnos, dalle mie dita digitate io lacero un cervello cerebrale, Che !? Non possono scrivere un certificato di buona felicita, le tue amate mani amanti celesti hanno capelli di sana e robusta felicita sparsi per cieli celesti terra terrestre e nel Vento Notturno miei cari ribelli vi vedo andare via che angosciante angoscia ! Ma dove è la terra celeste ? Grazie x qs ultime parole, mi sento in vergogna chiedo scusa al lettore, il bidone della verdura marcia è nelle pagini precedenti, non mi offendo se buttate lì il tutto letto …comunque… L’eretico Daumal ad occhi gonfi urla Basta Una Parola, Nomina la tua ombra e pianta la i tuoi occhi, Forse la notte più intensa apparirà e la sua ombra veleggerà nel sonno. Questo mi piace. Permesso permettete scettico ed esigente certo di essere ignoto e scompensato nello scrivere prendete La carne sparpagliata dei morti, è un caffè senza zucchero mio caro Roger Gilbert Lecomte la tua poesia, come posso farla accettare e poi perché da un cadavere coperto di stracci nasca uno spettro il cui corpo, veramente! Con te voglio giocare una partita di pallone.
Formazione Daiaga
Notte
Ombre Sonno
Ignoto Fiori Scettico

@

Stracci

Morti Spettro Corpo Carne
Cadavere
Formazione Lecomte
Nello stadio
Palingenetico
Campo sportivo di poesie
si giocherà il girone “ alla vita “
Qualcuno ha dato al pallone il nome di Cuore di poesia. In tribuna l’eretico G. Battaille della Gazzetta della Poesia. Le pagini precedenti sono state caratterizzate da un gioco incredibile, lo stadio si svuotava alla prima lettura, un insuccesso. Si tentava nonostante tutto di giocare, le partite erano sovente nell’inconscio e forse qualche buona azione c’era stata; all’inizio i francesi vollero portare in campo un jeu automatique dove la poesia in un flusso liberatorio andava dove voleva entrando se il caso nella propria porta, tentavano con difficoltà manovre per scardinare le tradizionali percezioni ma sovente la propensione al meraviglioso gioco entrava in sonni ipnotici dove le azioni venivano rallentate dall’attività onirica. Bataille ha chiesto al computer che per contratto seguiva il torneo se si qualcosa … Si … c’è stata una baruffa di parole che in modo assurdo si sono bloccate sul foglio, chi si metteva dietro un punto interrogativo, chi si nascondeva dietro ad un esclamativo, chi accusava le virgole di far scivoloso il campo e si insultavano, dagli spalti sbigottiti anche i lettori si resero conto che il mondo romantico si sfaldava.

Cuore di poesia è al centro del foglio. Inizia la partita
Notte lo lancia a
Stracci, Morti lo ferma, Stracci cade su Cadavere
Cuore di poesia è preso da Carne per afflosciarsi si Fiori
Nasce una nuova poesia // Morti gli stracci della notte un cuore di poesia carico di fiori è su un caldo cadavere di carne.( surrealismo perfetto brava Daiaga ! ) . La partita prosegue le poesie si trasformano in romanzo
Capitolo I Il sudore dell’ultima lettura è ancora negli occhi degli spettatori, chissà se ci sono i fans degli avvocati? Che schifo perdere tempo in modo così superficiale. Daiaga prende le maglie i calzoncini le calze della squadra, tutto verrà dimenticato per un etrnità, per un caffè, Cuore di poesia ordina di fare pezzettini delle rosse divise e coprire i quadrettini del foglio che contiene qs testo, tutto sarà dimenticato.
Capitolo II Daiaga fa presente che è poetessa non occultatrice. Però continua a tagliare le divise, il quaderno è tutto rosso.
Capitolo III Sotto ogni quadrettini Daiaga vede parole. In fretta mettetevi insieme non ho una eternità davanti, formate una poesia.
Sub capitolo Cuore di poesia batte come un orologio. Anche tu Daiaga sotto i quadrettini rossi! Narratore non saltarmi addosso non guardare le mie cosce come Renè Char dice ne “ Gli osservatori e i sognatori “ sono imbalsamate. Basta è una fatica poetica assurda è tardi. Fine. Finalmente fine. Aspetta, ci sono ancora io Raymond

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