Altro non è che un livido angelo
Voci rotonde galleggianti gioiose, stese con parole chiacchieranti tra loro, intorno a me, è il mio primo giorno dopo la natività, se Dio è fatto a mia immagine e somiglianza, suo Figlio, pure uomo, lo è di certo di più, pertanto quel giorno fu anche la mia natività. Incominciarono poi a scorrere sul quaderno i primi tentativi di scrittura molto simile a quella cuneiforme con il pennino che lacerava il foglio del quaderno, fu la mia prima scrittura il primo giorno della prima elementare. Incominciarono a scorrere sul quaderno che avevo in testa i primi pensieri “ sbiruli” che nulla avevano in comune che le rigide regole di latino della rigida insegnante delle scuola media ( x me medio significava “ nel mezzo “ in attesa “ “ nel frattempo” ) la prof capì subito il mio pensiero e “ nel frattempo “ mi fermò. Non fu per nulla piacevole, tal che invece di star lì in attesa di capire che cosa era quella scuola messa a metà dell’inizio della mia vita che smarriva la bellezza della mia natività relativa a pochi anni prima; non era possibile che fossi già nel mezzo dell’inizio della mia vita, anche se solo di scuola. Pertanto fui mandato in un eremo con altri sfigati come me, a pregare e studiare senza capire. No profezie, no sogni nulla scorreva nella testa solo tristezza e melanconia, la Domenica sera solo l’ombra dei genitori. Il pensiero tarlato incominciò a scorrere sempre più nervoso sulla carta calda, per poi restare congelato per anni. Incominciarono poi a scorrere sull’iride degli occhi in forma di supplizio anni che avevo sempre sognato di evitare ed ora bruciavano nell’intimità. Il pensiero tarlato restò congelato ingabbiato per decenni incarcerato, fin quando una stilo ben fatta bella di color arancione si fece avanti, il quaderno inaugurò un buon futuro a questa splendida penna, amata subito. E’ possibile ripeteva il mio pensiero tarlato amare una biro! Non è possibile ripeteva il tarlo amare una penna appena ricevuta dalla casuale provvidenza. Fu subito scrittura travolgente destinata al futuro. Scrisse anche un programma politico avanzato travolgente impregnato di amore per la terra che mi aveva dato la natività e che doveva essere calpestata solo dai giusti, poi giusto la pausa di attesa dello spoglio delle schede, e fu una cosa incredibile ancora oggi non riesco a capire, su millecinquecento schede cinquecento al mio programma !!! Non è possibile si ripeteva il pensiero tarlato, ho amato una biro che sulla calda terra dei sogni scriveva con la mano del mio angelo custode. Che strada che ho percorso ? L’inchiostro risponde. Un politico silenzioso è sempre respinto.
Taci ! non più profezie nulla di tuo deve più scorrere. Devo andare oltre “ cioè ? “ oltre il foglio. Andante mosso molto mosso è stato un gioco imprevedibile, tramontato desiderio di Big Bang. Il pensiero tarlato è aggredito dal brodo primordiale è stata una brutta avventura per il mio angelo custode accompagnarmi e nuotare nel torbido della vita con me. E’ rimasto candido questo angelo, semmai ora mi appare livido trasportato da numeri 01, 06, 14, 28, 40, 70, che dicono molto solo a noi due. Trasporto su un asse il mio angelo, trascino lui livido, legato da numeri “ quelli di sopra “ imprigionati in tristi amplessi, i numeri si nascondono nei numeri di una vita che fugge e sono ricacciati nel pensiero tarlato che si porta via il suo livido angelo, dietro l’asse funebre solo il diavolo custode, triste nel suo bel manto rosso e oro.