I fiori e l’anima
Seduta al davanzale del soggiorno di casa mia, le mani aperte a preghiera che mi sostengono il capo, mi perdo in un caleidoscopio di profumi e colori. Primeggia il rosa screziato di viola e il bianco dei ciclamini, l'orgoglio del mio pollice non sempre verde. Da anni mi deliziano con fioriture che, come i sogni più belli, non si esauriscono mai. Il loro profumo è come l'amico del cuore, delicato e mai invadente. Ti accompagna, ma non si impone.
In secondo piano il rosa pallido e il viola dei giacinti, fiori dalle punte arricciate , capricciosi e volubili come soubrettes alla ricerca di un'effimera notorietà. Dureranno una stagione e nessuno sa se il prossimo anno si degneranno di ricomparire. Tentano di accaparrarsi un posto da protagonisti, per poter raccontare la loro storia. Perché anche i fiori hanno una memoria storica. Il loro nome deriva da un personaggio mitologico che venne ucciso da Apollo durante il gioco del lancio del disco. Un tragico equivoco. Per riscattarne la memoria Apollo lo trasformò in fiore profumatissimo color rosso porpora, che gli avrebbe ricordato per sempre il sangue dell'amico.
Un'orchidea purpurea, dall'aspetto fallico, si staglia sul fondo, alta e sinuosa, e tenta di dare un senso alla sua presenza. E' elegante e sensuale, e sa come attirare l'attenzione. E' una di mondo, conosce i cinque continenti e parla tutte le lingue, non solo quelle umane. Una cosmopolita. Non profuma o, forse, il mio olfatto occidentalizzato non riesce a percepire alcunché, dal momento che gli scaffali dei supermercati sono ricolmi di orientaleggianti profumi all'essenza di questo fiore.
Dietro al vetro della finestra, primule gialle e rosse mi osservano come grandi occhi timidi, come a non voler disturbare. Sono il segnale che la primavera è alle porte. Odorano di buono, come il pane appena sfornato. Al loro fianco le margherite, perle, bianche per eccellenza, consigliere d'amore. Sembrano suggerirmi di sfogliarle. Vogliono rivelarmi il nome dell'amato.
Osservo lo spettacolo estraniata dal mondo che mi circonda e penso che i fiori, quelli veri, sono come le nostre anime. Variegate, poliedriche, mutevoli, mai identiche. Rifletto su quanto poco le curiamo. Presi dalle incombenze del quotidiano ci dimentichiamo di annaffiarle, potarle, concimarle, rischiando che un terreno troppo arido o, al contrario eccessivamente fangoso, le uccida. Ci preoccupiamo di avere un fisico perfetto, palestrato, privo di colesterolo. Apparenza e non essenza. E una domanda sorge in me: senza anima c'è vita?
Buon fine inverno a tutti!
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