Il latte dei poveri

Il latte dei poveri

Guinea Bissau
Ebbene mia cara amica questa preghiera finalmente parte, non l’ ho fatto prima
per pudore, preoccupato che non fosse capita.
Adesso la cosa è diversa, non ha importanza se viene subito cestinata.
E’ una preghiera di acini di uva di profumi di muffe di nebbie di fiori di cieli, di prati
di aromi di silenzio di bosco di terra di acqua di aria di legno, si del mondo ………..
Un tarlo ha bucato il mappamondo!!! sulla scrivania! è entrato nell’Africa, sì sì
nell’Africa.
E’ un tarlo pagliaccio??!
Sei un pagliaccio vestito con i cristalli dei miei occhiali.
Su tarlo buffone su
su esci dal mappamondo su su piuttosto
sulla mia mano. C’è proprio oltre i cristalli dei miei occhiali un tarlo ?
In ogni caso, ascolta ti metto sulla vasta tovaglia del tavolo di cucina,
nessuna paura tarlo, mangerai la pizza della cuoca, abbraccia la cuoca.
Cuoca veramente al di là dei miei cristalli c’è il tarlo?

Certo !!
È già seduto al centro del tavolo, lo interrogano, un folletto baldanzoso è su quel
tavolo per rubargli la ventosa fantasia offrirla ai ricchi commensali divorati dal
desiderio di possederla, non sanno che può vivere solo in 88 che ruota su 00 e si
sdraiata con 11

Lui confonde illude insopportabile astioso urticante insopportabile.
I commensali lo vogliono comunque.
Non sanno che è 8volante appena uscito dall’alveare delle parole
e subito entrato nel mappamondo per giocare con i grandi viaggi.
Io non vedo niente. Ho l’impressione che ci sia anche morto.
Riassunto esplicativo.
Nel mia ultima recente ricerca religiosa mi sono portato nella Residenza azzurra
per anziani oltre ai pannoloni anche il mio piccolo mappamondo di legno, è lì che c’è
il tarlo, lo visto entrare con i cristalli dei miei occhiali.
E’un tarlo religioso,è entrato in Africa dove c’è Don Josè il mio amico parroco
missionario.
Pensa mia cara amica l’avevo accompagnato io lì, e lui lì si è fermato.
Che il tarlo mi voglia portare da lui?
Ti voglio leggere quello che ho scritto dopo quel viaggio.
Inizia così come una lezione di cucina, ( nulla è casuale io so chi è quel tarlo )
Cosa è il pane
farina acqua lievito amalgamati.
Cosa è Guinea Bissau
farina acqua lievito ancora da impastare.
Qui la storia è passata con pugno violento.
La vita scorreva seguendo i ritmi della natura
fino a quando non è iniziato il commercio di esseri viventi.
Intere generazioni fatte schiave,
il sangue di un popolo
disprezzato asservito trapiantato in altri continenti.
La farina di un popolo dispersa calpestata
per secoli.
L’erba della miseria della povertà
incominciò a crescere vigorosa,
le capanne restarono capanne,
la sete sempre sete,
la notte sempre buia,
le malattie quelle tutte sempre presenti,
le strade accidentati percorsi,
inesistenti servizi pubblici e sociali.
E poi la guerra civile.
Qui l’acqua si chiama volontariato.
Qui volontario è sinonimo di sorgente di speranza,
missionari e laici giungono da ogni parte,
ma soprattutto tanti tanti dall’Italia,
arrivano una volta alla settimana,
per fermarsi giorni anni o sempre.
La quasi totalità sono cattolici.
La Chiesa unica certezza
in una terra misera povera dove
la popolazione in maggioranza mussulmana
o animistica ne ha apprezzato il lavoro.
Farina e acqua sono presenti,
manca il lavoro del lievito che c’è.
Tanti tanti bambini, diamanti di un popolo
che non muore,
bambini che vogliono solo la tua mano,
sempre ti cercano con gli occhi,
ti accompagnano in strade che portano direttamente
al tuo cuore e non li dimentichi più.
Bambini diamanti lievito per un popolo
in cerca di serenità.

Cara amica butto i pannoloni!

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